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Con la chiusura della storica gelateria di Torino, il destino di Grom è lontano dal retail brick&mortar. A decretare la fine di questa esperienza, l’americana Unilever, proprietaria del marchio dal 2015, che ha puntato tutto sulla vendita nel canale GDO.

Dopo le quattro dismissioni del 2019, Grom ha in programma altre tre chiusure per il 2020 mentre Unilever cerca di migliorare il riposizionamento del brand nel canale della grande distribuzione.

Il cambio di strategia

A dettare il cambio di strategia della nota catena nata a Torino nel 2003 con l’obiettivo di offrire il “gelato come una volta”, la vendita del marchio a Unilever. Allora, Grom contava 67 negozi in Italia e nel mondo per un fatturato di circa 30 milioni di euro. Successivamente, dal 2015 al 2019 Grom è cresciuta tutti gli anni, con un tasso complessivo del +46,7% se si considera il brand comprensivo di tutti i paesi e tutti i canali. E per il 2019, Grom dichiara un turnover di 44 milioni euro. Poco? Forse sì se la multinazionale anglo-olandese ha pensato di trattare Grom come Algida e Magnum che prevedono una presenza in bar e supermercato oltre allo store monomarca.

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