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I numeri e i trend mondiali del settore duty free e travel retail nel commento di Kevin Rozario.

I dati finali sulle vendite del 2018 realizzati nel canale retail e pubblicati dagli svedesi di Generation Research mostrano un trend chiaro e consolidato: l’Asia-Pacifico sta trainando la crescita a un tasso molto più alto rispetto alle altre regioni e in caso di un qualsiasi passo falso, ci sarebbero conseguenze a livello globale. Lo scorso anno, le vendite duty free e travel retail in Asia-Pacifico sono cresciute del +23,3% toccando quota 39 miliardi di dollari. Una cifra che rappresenta quasi il 50% del totale del mercato globale di 79 miliardi di dollari. Una crescita esponenziale ben più alta rispetto alle altre regioni: il Medio Oriente ha registrato un +6,2%, l’Europa +5%, l’Africa +3,7% e le Americhe +2,2%.

In termini di punti vendita, è il settore “Other Shops” – un mix di canali dominati dal segmento downtown duty free – a concentrare il maggiore dinamismo. Gli Other Shops sono cresciuti del +19,3% a 32,4 miliardi di dollari mentre il maggiore dei canali, quello aeroportuale, è cresciuto solo della metà: +9,3% a 41,7 miliardi di dollari. Una grande fetta dello shopping downtown duty
free avviene in Corea del Sud dove il fenomeno dei daigou cinesi, singoli viaggiatori che comprano su mandato di altri multipli acquirenti, ha pompato le vendite. Lo shopping di questo tipo è  diventato un business formalizzato dopo che una legge ha forzato questi trader a registrarsi e pagare le tasse al governo cinese.

Il risultato è che questa pratica sta fiorendo sempre più contando per il 70% delle vendite downtown duty free in Corea del Sud, secondo i dati di Morgan Stanley Research. Ciò significa che ogni impatto negativo sui daigou potrebbe essere un colpo per la crescita del comparto duty free in Asia-Pacifico. Un fattore destabilizzante potrebbe essere la guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti. Secondo le stime di FocusEconomics, il Pil cinese dovrebbe attestarsi al +6,2% nel 2019 e rallentare al +6% nel 2020. Cifre che non si erano più viste dalla crisi finanziaria globale e che potrebbero danneggiare la richiesta di beni di lusso. Dall’altro lato, però, gli stessi numeri rivelano la crescita della classe media in Cina.

In ogni caso, con gli sforzi del governo per riportare in patria le spese effettuate all’estero, secondo una ricerca di Bain la proporzione di acquisti di lusso cinesi oltre confine declinerà dal 73% di oggi al 50% nel 2025. I viaggiatori cinesi rimarranno una sicurezza nel travel retail, ma entro pochi anni un mix di fattori porterà a un cambio nelle loro abitudini di spesa travel. E i retailer duty free dovrebbero prepararsi.

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