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Si allunga la lista di retailer statunitensi che compilano i documenti per il “chapter 11”, quello che segna la bancarotta. E stavolta tocca a un’insegna dal nome italiano: Bertucci’s, catena di 59 ristoranti con base a Northborough (Massachusetts) e specializzati in piatti tipici della cucina tricolore che ora si appresta a vendere all’asta tutti i propri asset a fronte di un debito di circa 119 milioni di dollari.

Il format

Bertucci’s è un marchio molto noto sulla costa est degli Usa, dove ha aperto il suo primo ristorante nel 1981. Da lì in poi, la crescita è stata rapida fino a toccare quota 100 store nei primi anni ’90. Un vero e proprio successo per il fondatore Joey Crugnale che avrebbe dato il via al business solo per assicurarsi il locale a fianco della gelateria che aveva aperto a 23 anni. Una mossa (a base di pizza cotta nel forno a legna) che, dal 10976 in poi, si è sviluppata in un’offerta food dal sapore italiano e dedicata alle famiglie mantenendo un certa autonomia in termini di atmosfera e layout fra un punto vendita e l’altro.

La crisi

Cos’è andato storto, quindi? Secondo Bertucci’s la bancarotta è stata la conseguenza diretta della proliferazione del format del quick-casual restaurant (oltre a una saturazione del mercato della ristorazione in generale). Dal 2011 in avanti, l’azienda ha subito un graduale e continuo declino nelle vendite e nel fatturato non riuscendo a tenere il passo di offerte concorrenziali sempre più economiche e veloci. Per far fronte a questo caduta, nel 2016 Bertucci’s ha richiamato in servizio lo chef Rosario Del Nero e il suo menù tradizionale con un tocco di contemporaneità (anche a livello di efficienza del servizio). Fra le novità, anche una formula “Express Lunch” e diverse promozioni legate ai vini. L’anno dopo, è stata la volta del lancio di una app mobile per velocizzare il servizio e renderlo più appetibile per gli affezionati del take away. Ma niente è servito per fermare il declino (nemmeno una razionalizzazione aziendale che aveva portato al risparmio di oltre 5 milioni di dollari all’anno). E i creditori hanno cominciato a bussare alla porta.

I prossimi passi

Ora, la base d’asta per assicurarsi il business di Bertucci’s è di 19,7 milioni di dollari. Un capitale che deve tener conto anche del futuro di 4.200 dipendenti circa. E di un mercato che parla chiaro: la crescita delle prime 500 insegne di ristorazione con posti a sedere negli Usa è stata solo dell’1% nel 2017, contro il 3,5% dell’intero settore della ristorazione. Insomma, per chi si assicurerà il marchio Bertucci’s, la sfida è chiara: reinventare la ristorazione italo-americana.

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