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Dopo le grandi performance del 2017, chiuso a 11,1 miliardi di euro, il 2018 del mercato immobiliare inizia con il freno a mano tirato: -25% del volume d’investimento pari a una riduzione di 1,5 miliardi rispetto al primo trimestre del 2017. Ma, al di là del segno meno, il mercato italiano degli immobili è in salute.
A dirlo è il rapporto di BNP Paribas Real Estate Italia che ha tracciato l’andamento dei primi tre mesi del 2018: «Si tratta di un buon trimestre che ha attratto capitali superiori alla media storica quinquennale e decennale – ha commentato Cristiana Zanzottera, responsabile dell’Ufficio Studi di BNP Paribas Real Estate Italia -. I capitali internazionali continuano a dominare la scena del real estate italiano a testimonianza della riconosciuta maggiore maturità e liquidità del mercato». Certo, non è tutto rose e fiori. A incidere negativamente è, soprattutto, una mancanza di opportunità d’investimento per alcune asset class core in alcune location ad alto rendimento. Una situazione che crea un mismatch fra volontà di allocazione di capitali ed effettiva possibilità di concludere accordi. «Alla luce di questo contesto potremmo ragionevolmente aspettarci un generale incremento delle operazioni di tipo value add nel 2018», ha concluso Zanzottera.
Retail vs. uffici
Diversamente dal solito, il maggior contributore ai volumi totali del primo trimestre 2018 è stato il settore retail che ha assorbito circa il il 50% degli investimenti. Una performance che gli ha permesso di battere la concorrenza del settore uffici (che si ferma al 20% circa). La crescita dei volumi del retail rispetto al primo trimestre 2017 si attesta così sul +40% grazie a due importanti deal di portafoglio: uno nel segmento dei Centri Commerciali e l’altro nell’High Street di Milano e Roma. Da sottolineare anche la performance della logistica che nel primo trimestre rimane positiva (+80% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). «Il generale sottodimensionamento del settore uffici non riflette una mancanza di interesse: a Milano manca prodotto in vendita di tipo core in un contesto che, comunque, sta diventando sempre più caro. Mentre a Roma l’interesse è in crescita ma manca il prodotto che possieda le caratteristiche richieste dagli investitori internazionali», ha analizzato Zanzottera.
Le performance di Milano e Roma
Il mercato leasing degli uffici a Milano ha registrato nel primo trimestre circa 88.000 metri quadrati di assorbimento per 60 transazioni: uno dei migliori risultati fra quelli di inizio anno (+40% rispetto alla relativa media decennale). Il Q1 2018 nel CBD Duomo è stato più dinamico rispetto all’anno precedente (+18%) grazie a un numero maggiore di operazioni, incluse alcune chiuse a canoni particolarmente elevati che hanno determinato, tra l’altro, l’incremento del valore prime in città dai 550 €/mq/anno del 2017 agli attuali 560 €/mq/anno. A Roma l’attività leasing di spazi uffici ha registrato un assorbimento pari a circa 23.000 metri quadrati, per un totale di 26 transazioni. Il Greater EUR ha assorbito circa il 40% del totale spazi, seguito dal CBD al 26% ma in crescita del +190% rispetto al Q1 2017 grazie alla chiusura di una transazione di dimensioni rilevanti.
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