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Analizzare i trend di consumo oggi per indicare agli sviluppatori e ai commercializzatori degli shopping mall come orientare le proprie scelte nel costruire e modellare le gallerie commerciali di domani, oltre a come imbastire politiche di marketing sempre più efficaci.

Con questo obiettivo L’osservatorio sulle Polarità commerciali di TradeLab ha presentato nella giornata odierna una nuova ricerca realizzata attraverso 3mila interviste, condotte a marzo nelle città di Milano, Roma e Catania: nel contesto della terza edizione del convegno “Dove va lo shopping”, che si è tenuto presso Le Officine del Volo a Milano, tra i vari protagonisti si sono rivolti alla platea Luca Pellegrini, presidente di TradeLab, che ha illustrato le macrotendenze sul ruolo delle polarità, e Maddalena Borella, che ha sviscerato i risultati dell’analisi.

Tra i dati più interessanti si confermano elementi consolidati, anche se in flessione, come l’altissima frequentazione dei centri commerciali (90,5%, -6,6%), dei centri urbani (84,4%, -7%) e di Internet (65,2%, +5,8%). A motivare il segno “-“ per i mall e le strade cittadine la sostanziale sovrapposizione e omologazione delle insegne, che induce il consumatore a una maggiore selezione.

Per quanto concerne invece l’attività di ricerca di informazione sui prodotti, il ruolo del negozio fisico resta centrale come fonte primaria (79,1%, -1,1%), ma cresce, anche se meno velocemente, quello del Web, che si attesta su una percentuale intorno al 12% (+5,2%). Mentre sommando la fonte primaria a quella complementare, lo shop tradizionale arriva addirittura al 96% dei casi. Tuttavia a dare il polso della situazione sulla reale commistione tra i vari canali di comunicazione è il 27,5% del campione, che ha dichiarato di cercare informazioni su Internet mentre si trova all’interno del negozio.

Nella “battaglia” tra commercio urbano ed extraurbano, la raccolta di informazioni è appannaggio del primo con il 53,4% delle risposte, in crescita.

Arrivando quindi alle polarità commerciali dove si effettua l’acquisto, Maddalena Borella ha precisato che nel “percepito dei consumatori” la location cittadina è preferita nel 52,3% dei casi (+3,9%), contro il 43,3% di quella extraurbana (-6,2%) e il 4,4% di Internet, che però è cresciuto del 24,6 per cento. Su quest’ultimo fronte, anche in virtù di una forte accelerazione impressa dagli stessi retailer, è incrementato l’utilizzo del servizio click&collect, che ben si inserisce in un contesto diffuso di omnicanalità. Va precisato però che siamo ancora distanti dagli standard di altri paesi, dove questa modalità di acquisto è molta più sviluppata.

Un ulteriore dato che ha colpito gli astanti è rappresentato dal 29,2% degli intervistati, che interrogato sulla motivazione per cui si dirige negli shopping mall ha dichiarato di non essere interessato a fare acquisti, ma al contrario di spendere per divertirsi (7,7%), mangiare (13,2%) e per la cura della propria persona/benessere (8,3%).

Tale elemento, oltre alla crescente volontà di presidiare in futuro le location urbane attraverso la riqualificazione di aree dismesse, è stato ripreso con enfasi da Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha menzionato il ruolo sempre più importante di commercializzatori e gestori – la terra di mezzo tra proprietà e retailer – nell’offrire ai visitatori dei mall servizi e occasioni di intrattenimento per incrementarne il tempo di permanenza.

Ma la strada dell’omnicanalità e del servizio è ancora lunga aggiungiamo noi, se anche nel più nuovo e innovativo centro commerciale italiano aperto nelle settimane scorse ad Arese di fatto non funziona la connessione Internet 3G e 4G. A.P.

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