Skip to main content

Le vendite di Nike sono destinate a calare nel primo trimestre dell’esercizio in corso, così come per l’intero 2025.

L’allarme sui ricavi del colosso Usa ha messo in allerta tutto il retail lifestyle, a partire dai suoi competitor del comparto sport-sneakers.

Nel trimestre in corso, ha annunciato il management, le vendite caleranno del 10%, tre volte quanto atteso dagli analisti. Ma ha sorpreso soprattutto la previsione per l’intero 2025, che parla di una riduzione dei ricavi in una misura “mid-single digit”, ossia intorno al 4-6%. Una previsione nefasta che contrasta con le attese del mercato che, seppur caute, indicavano un lieve progresso.

Alla base della discesa non c’è solo la frenata del mercato cinese, ormai evidente tanto nel segmento lusso quanto nel lifestyle, ma anche una generale cautela dei consumatori nei mercati domestici, a partire dagli Stati Uniti. Subito dopo l’annuncio, il titolo Nike è scivolato di oltre il 10%.

La previsione di Nike ha pesato su tanti competitor come Puma, ma in modo particolare sui gruppi britannici come Jd Sports e Frasers, mentre al momento sembra non aver toccato Adidas.

A preoccupare, però, è il contesto generale dei consumi che si presenta debole. Poco prima dell’annuncio di Nike, era bastato un moderato warning sulle vendite di H&M a determinare uno scivolone in borsa del colosso scandinavo, nella seduta di giovedì 27 giugno.

H&M ha pubblicato una trimestrale positiva (periodo 1 marzo – 31 maggio). Eppure ha annunciato un calo delle vendite a giugno del 6%, rispetto allo stesso mese dell’esercizio precedente, imputando la motivazione in gran parte al meteo sfavorevole. H&M ha aggiunto che sarà più complicato mantenere l’obiettivo di un margine operativo del 10%, per l’intero esercizio in corso, pur considerando ancora valido il target.

Nella foto il recente negozio Jordan World of Flight inaugurato a marzo a Pechino.

riproduzione riservata retail&food