Skip to main content

Grandi Stazioni Retail ha depositato il Bilancio 2023, con ricavi totali a 182,5 milioni di euro, in leggero aumento rispetto ai 179,6 del 2022, in crescita del 9,5% rispetto al 2019.

Sul fronte dei ricavi, da notare la decisa crescita della componente core, quella degli “Affitti attivi”, che aumentano da 92,9 a 118,6 milioni di euro (+27%), mentre si riduce drasticamente la voce “altri ricavi”.

Rispetto ai risultati operativi, l’Ebitda (ante IFRS) scende da 84,8 a 74,5 milioni, l’Ebit passa da 66,1 a 58,9 milioni e viene più che dimezzato il risultato netto, che passa da 45 a 18,7 milioni di euro, in modo particolare per il peso di oltre 41 milioni di euro di oneri finanziari. L’utile complessivo di esercizio viene fissato quindi a 10,9 milioni, contro i 54,2 del 2022.

La Relazione segnala circa 10 milioni di investimenti, tra cui la ristrutturazione e riorganizzazione commerciale di Roma Termini e la valorizzazione della Galleria dei Mosaici di Milano Centrale. Roma Termini, nell’esercizio in corso, è stata teatro di alcune aperture di rilievo, come quelle di Uniqlo e Snipes.

La società guidata dall’a.d. Alberto Baldan possiede anche la controllata Retail Group Spa, che controlla alcuni negozi del network, e che ha generato 20,5 milioni di euro di ricavi. Nel corso dell’esercizio 2023 si è concluso il passaggio strategico al Business leasing degli ultimi punti vendita in regime di franchising.

La possibile uscita di Antin: i numeri

Da mesi il mercato scommette su un passaggio di proprietà e sull’intenzione di uscire dall’investimento da parte di Antin Infrastructure Partners, a capofila del consorzio che aveva acquisito Grandi Stazioni Retail nel 2016 per 953 milioni di euro.

Di recente, il quotidiano Milano Finanza ha scritto che offerte non vincolanti starebbero arrivando da parte degli australiani di Macquarie, dei francesi di Altarea (che in Italia, tramite Altagares, già controllano le stazioni di Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Susa, Padova, Roma Ostiense e Napoli Afragola) e da un tandem formato da Dws e Omers.

Molti organi di stampa descrivono l’oggetto del contendere come una società da 600 milioni di fatturato. Una cifra enorme, che non si ritrova in alcun documento. Una cifra che non avrebbe raggiunto neppure il “vecchio” gruppo Grandi Stazioni, che nel 2016 è stato scisso appunto in Grandi Stazioni Retail, Grandi Stazioni Rail (che fattura circa 180 milioni e che gestisce la stessa rete di 14 stazioni, ma non dal punto di vista commerciale) e Grandi Stazioni Immobiliare.

A più riprese, si insiste su una valutazione attuale di Grandi Stazioni Retail di 1,5 miliardi di euro. Nel 2016, all’ingresso di Antin, la valorizzazione dell’operazione implicava un multiplo di circa 16x rispetto all’Ebitda. Il miliardo e mezzo di oggi sarebbe addirittura un multiplo di 20 volte, il che appare un rapporto molto distante rispetto al contesto di oggi.

Antin Infrastructure Partners, contattata nelle scorse settimane da retail&food, non commenta.

A.L.

riproduzione riservata retail&food